
Le vesciche, nemico numero uno di ogni camminatore, sono in agguato. I più esperti ce lo ripetono: è inutile sperare, la vescica non risparmia nessuno, prima o poi arriva. "Alcune scarpe - dice Giorgio Lauro, che lo scorso anno fece la lunga marcetta con Sabelli - sono come certi preservativi: ritardanti". Sabelli è più possibilista: "Con gli scarponi della misura giusta la vescica è fregata". Noi comunque ci porteremo ago e creme e cerotti, ovvero l'indispensabile kit per fronteggiare, con una delicata quanto rivoltante chirurgia serale a base di buchetti sulla pelle morta e fuoriuscita di liquido biancastro, le possibile emergenze vesciche. Sappiamo che la vescica non perdona. Magari fingerà di risparmiarci ma poi piomberà alla carica su di noi senza preavviso. Le vescica, in fondo, è democratica: non fa discriminazioni. E nessuno ha ancora trovato la cura. Hanno inventato persino dei cerotti chiamati "secondapelle" ma che si mettono sull'area colpita e nel giro di alcune ore vengono assorbiti dal piede, diventano tutt'uno con la carne, un ibrido chimico-biologico che ricostruisce i tessuti danneggiati. Per molti esperti camminatori questi cerotti mutanti sono una cosa ormai banale, ma a noi ci sembrano quasi un prodotto degno di un videodrome ortopedico. Naturalmente anche sulle vesciche attendiamo consigli. Simone spera che la prima vescica gli venga negli allenamenti di questi giorni: così potra seguire il consiglio tramandato dagli avi, ovvero sfidare il dolore e continuare a camminarci, per temprare il piede e diventare invicibile. Sarà. Io sono rassegnato a vesciche che si gonfieranno e si sgonfieranno, si spurgheranno e si seccheranno. Senza soluzioni uniche, come la vita.