16 luglio 2008

Tutti lo sapranno


Qualcuno insinua che ci perderemo. E se anche fosse? Il mio socio di camminata Simone ha fermamente respinto la proposta di portarci un navigatore satellitare di quelli dell'ultima generazione. "Con tutto quello che abbiamo speso in cartine almeno non toglietemi la soddisfazione di chinarmi su una mappa e studiarla". Le cartine su cui contiamo per la nostra traversata della penisola sono per adesso fondamentalmente quelle dell'Isituto Cartografico Militare: vantarsi di averle aiuta a darci sempre un'aria solenne, e pure rassicurante per i nostri amici o parenti più preoccupati. A volte infatti omettiamo di dire il tremendo sospetto che aleggia sulla nostra cartografia di origine militare: ovvero che molte mappe siano aggiornate più o meno a una trentina di anni addietro. Oggi abbiamo fatto gli ultimi acquisti: qualche risotto liofilizzato, dei biscotti Gentilini per fare colazione, l'acqua ossigenata e altre attrezzature utili per il pronto soccorso, il nescafè, un paio di moleskine. Simone adesso vuole anche costruirsi un curvimetro, ovvero un aggeggio con una rotellina che si appoggia sulla mappa e consente di misurare le distanze non rettilinee. Io preferico fare affidamento sul contapassi, se non altro per una certa curiosità statistica. Deve essere d'aiuto pensare di camminare su milioni di passi fatti e ancora da fare. Configurare questo contapassi digitale, senza neanche un ticchettio di lancetta, però richiede una certa precisione: al momento stiamo che un mio passo misura mezzo metro. Forse andavo di fretta. In ogni caso, come si diceva: ci perderemo? No. E se anche fosse troveremo la strada. Con la voglia di bagnare i piedi da un mare all'altro, e dal monte più alto immaginare di dominarli tutti e due, fegandosene per un po' delle notizie che arrivano dalla stiva di questa nave peninsulare che affonda sempre più.

Molti fanno gli spiritosi e ci sfottono dicendo che noi ci vantiamo della nostra marcia dedicata alla lentezza, alla riscoperta dei paesaggi lontani dalle ansie della vita moderna, che leggiamo Thoreau quando scrive come è bello perdere il sentiero e vagare nella selva seguendo le tracce di una volpe. E poi, in fin dei conti, partiamo col videofonino, col blog incorporato e con qualche giornale che parla di noi. A parte che, se è per questo, la buonanima di Thoreau non portava in spalla uno zaino Forclaz da settantacinque litri. E comunque: ci piace l'idea che la nostra lunga camminata non sia un'impresa solitaria, ma che riesca a contagiare altre energie. Ci piace rilanciare la nostra andatura con altre amichevoli o forse casuali compagnie. Alternare solitudini e compagnie. Strade polverose e kilobyte da far viaggiare. Provincie profonde e villaggi globali. Sapere di non essere soli anche quando saremo soli, come canta quello. Un punto imprecisato tra il nessuno lo saprà e il tutto il mondo lo deve sapere.