04 luglio 2008

Cartomanzia


Dopo giorni e giorni passati a scrutare gli schermi virtuali di Google Maps, con le sue visioni satellitari, e le foto, e le bandierine, finalmente l'altro ieri mi sono arrivate per posta le cartine dell'Istituto Geografico Militare. Il portiere di casa mia avrà finalmente pensato che sto organizzando un colpo di stato, o qualcosa del genere. Le cartine militari le abbiamo ordinate attraverso il sito maps-store e ci sono costate parecchio. Però pare che ne valga la pena. Si può immaginare qualcosa di più preciso e meticoloso di una cartina elaborata con scopi di combattimento? E' vero che, come mi fa notare il mio socio, noi italiani le guerre le abbiamo sempre vinte, quando le abbiamo vinte, per miracolo. Comunque sia abbiamo ordinato le carte in scala 1 a 25000. Sul sito abbiamo trovato un disegno dell'Italia diviso in tanti quadratini di cento chilometri di lato, abbiamo cercato quelli che corrispondevano al nostro percorso e poi abbiamo ordinato una dozzina di carte, stampate in base alla nosta ordinazione. Le carte sono dettagliatissime, all'apparenza perfette per il nostro piano di marcia: carrarecce, mulattiere, sentieri, guadi, pedanche, tratturi, strade, superstrade, autostrade, quatruple corsie, ferrovie, funivie, seggiovie, slittovie, acquedotti, centrali termoelettriche, tabernacoli, monumenti, campi da tennis (che ci fanno i militari in guerra coi campi da tennis?), corsi d'acqua, canali, canaletti, fari, fanali, limiti, confini, torri, guglie, campanili, ciminiere, pozzi, boschi, frazioni, contrade, comuni, conventi, ruderi, chiese, stazioni, recinzioni, muri a secco, campi di fortuna.

A proposito di fortuna: è il caso di augurarsi che le nostre cartine dell'Italia centrale e appenninica siano un po' più aggiornate di quelle che si ritrovò Claudio Sabelli Fioretti un anno fa, alla partenza della sua marcia Lavarone - Cura di Vetralla. Quando scoprì che gli aggiornamenti delle cartine erano fermi al 1964. Praticamente prima del boom urbanistico ed edilizio. Con appena qualche incompleto aggiornamento risalente a una decina d'anni fa. "Le strade dell'Igm naufragavano contro i guard rail delle superstrade o si perdeveno nei meandri dei depositi dei capannoni industriali". Allora il consiglio era di utilizzare le cartine della Kompass. Che però sono perfette solo se si gira sulle Alpi. Sugli Appennini hanno già il fiato corto: In pianura non ne parliamo. Forse secondo l'autorevole Kompass il trekking siu può fare solo sui sentieri alpini, e il camminatore di pianura è un camminatore di serie B. Enrico Brizzi nel suo libro "Nessuno lo saprà" dove racconta il suo costa a costa da Orbetello a Portonovo parla molto bene delle Multigraphic. Però gli capita spesso di perdere la strada. Noi comunque una bussola ce la porteremo.