27 agosto 2008

Sulla fenomenologia del camminare


Oggi il quotidiano La Repubblica ha dedicato due paginoni centrali dei suoi (qui il pdf) al camminare, perché "sempre più spesso la gente decide di viaggiare a piedi", anzi di più, "milioni di giovani teorizzano e praticano il faticoso viaggio a piedi". Il quotidiano più letto del Paese non ha citato direttamente la nostra impresa - sarebbe stato troppo smaccato, no? - ma la grande attenzione riservata al fenomeno è il chiaro segnale che anche i nostri passi vanno a incidersi nel solco delle grandi questioni progressiste che gli sono care, tra i valori da impiegare nella grande battaglia culturale dei nostri tempi. Articoli di Giorgio Bocca, Duccio Demetrio, Francesco Merlo. E quest'ultimo alla fine si chiede "se tutta questa specie di 'neo-camminismo' dei giovani occidentali sia davvero la nuova frontiera del 'ribellarsi è giusto', sicuramente è pessimismo storico, è fare penitenza, è un camminare per comminare una stoica (e stolida?) sentenza di condanna della modernità occidentale, la tentazione di uscire dalla vita come dal recinto di una clinica, la solita vecchia voglia di sparire il più discretamente possibile". Sarà. Noi perlomeno abbiamo capito che a volte il mal di piedi è meglio del mal di testa.

21 agosto 2008

Grazie


Da quando sono tornato penso che dovrei scrivere qualcosa di interessante, che so, impressioni di viaggio, considerazioni finali, consigli vari, ma ho un blocco e non trovo nulla che valga la pena. Una cosa però voglio scriverla e sono degli smielati ringraziamenti.
In rigoroso ordine di apparizione un grazie di cuore a.
Luca, per le risate, le chiacchiere più strane, i video cretini, le telefonate quotidiane da Gaeta e per essere tornato nel finale nonostante i piedi.
Alberto, grande apripista e ottima compagnia, che senza di lui non saremmo mai arrivati vivi al lago di Vico e staremmo ancora vagando sulla ferrovia abbandonata.
Fabiana, Enrica e Paolo per averci sostenuto e alleggerito - fisicamente ma anche mentalmente - nella fatidica terza tappa.
Elisa, per mille motivi diversi: dal sopportare le mie idee malsane, all'accompagnarmi in 4 tappe lunghe e soleggiate, al pubblicare foto e video sul blog, al trovare posti dove mangiare o dormire meglio di un 892424, al viaggiare da sola in macchina con mia madre per ore per arrivare a San Benedetto, all'essere così com'è.
Papà, per la compagnia nelle tappe più lunghe e dure (il piceno!), le birre, le chiacchierate, i giorni di assoluto riposo davanti alla tv.
Mio zio Damiano, per le telefonate quotidiane e la vicinanza.
Damiano - detentore del monopolio dell'informazione civitavecchiese - per gli articoli, le interviste, i servizi in tv.
Daria, per l'articolo celebrativo sul Tempo in cui ci definisce addirittura geniali.
Un po' di abitanti di Soriano nel Cimino, che ci hanno accolto come fossimo gente di famiglia, coccolandoci, facendo telefonate per noi, offrendoci passaggi.
Un sacco di gente - contadini, ciclisti, vespisti, camionisti - per le clacsonate varie, i saluti, i sorrisi, perfino gli applausi ai bordi delle strade che ho percorso.
Un sacco di altra gente - conosciuta e non - per i messaggi e le telefonate di incoraggiamento che mi facevano un gran bene.

19 agosto 2008

Intervista col pentito



Un anonimo testimone traccia un bilancio "in prima persona" della marcia degli Appiedati come nessuno l'aveva descritta.

18 agosto 2008

Libertà, velocità, passi


Prima e dopo di imbarcarmi nell'avventura della lunga marcia appiedata da una costa all'altra dell'Italia ho scritto alcune ispirate riflessioni sul mio blog, che in parte riecheggiano cose scritte qui. Per chi le volesse recuperare, eccole.
1. Conoscerete la vostra velocità
2. Conoscerete la vostra libertà
3. Conoscerete i vostri passi

12 agosto 2008

Il saluto degli Appiedati



Il giorno dopo, coi piedi immersi in benefiche e bollenti pozze di acqua sulfurea.

11 agosto 2008

Fatto



Fatto.
Presto forse scrivo qualcosa di più di questo.

10 agosto 2008

Appiedati. Azzoppati. Arrivati


Emozione dell'ultimo giorno. Questaa traversata è volata via veloce, dico a Simone, è come se avessi camminato per appena cinque giorni. E lui: pensa te, a me è sembrato di non essere nemmeno partito. In realtà io ho davvero camminato così poco, la marcia tanto agognata alla fine l'ho vissuta quasi sempre al telefono e via blog, seduto su una sedia coi piedi sdraiati e fasciati, maledicendo un paio di scarpe sbagliate. Simone invece ha deciso di continuare, mi è sembrato un eroe anche se giustamente è una parola che non gli piace, e poi in fondo noi volevamo solo camminare. E dunque rieccoci qui, ad avanzare appiedati sotto il sole di un sabato d'agosto. Da mare a mare, e ora che la collana della nostra impresa è quasi tutta srotolata, vista da vicino o vista da lontano, non abbiamo ancora tanta voglia di pensare a cosa possa significare, per noi o per gli altri. Abbiamo scarpe più comode e vesciche a cui ormai abbiamo fatto quasi l'abitudine. In marcia al nostro fianco c'è Marco, il padre di Simone che lo accompagna ormai dalle tappe umbre, e poi amici e parenti che ci aspettano all'arrivo, che non sono voluti mancare allo storico finale della nostra impresa così gloriosa e così insensata. Qualcuno di loro ci intercetta sulla strada provinciale per San Benedetto, mentre ci rifocilliamo di fronte a una scuola elementare abbandonata in mezzo ai vitigni. La nonnina ci scruta con un sorriso generoso e assai più furbo di noi. Percorriamo gli ultimi saliscendi delle colline marchigiane, dove l'uva cresce promettendo buoni vini rossi, dove c'è ancora qualche campo di grano, prima della volata finale verso il mare, come il buon vecchio Zanghedù nelle Tirreno - Adriatico di una volta, ricordate? Fa caldo, naturalmente, ma qualche folata di tramontana ci viene in soccorso. Ci telefonano ancora amici, lettori del blog, Paolo Guarino che fu con noi nella tappa abnorme e storica del lago di Vico, ex compagni di scuola, Damiano Celestini che ci annuncia che il tg di Civitavecchia in cui lavora celebrerà degnamente il finale della nostra impresa. Sono tanti davvero, conosciuti e non, quelli che via blog e via telefono ci sono stati vicini in queste settimane: tutti da rigraziare.

La meta per questi diciassette giorni è stata il viaggio, ma ora che è arrivata dobbiamo ammettere che siamo un po' emozionati. All'una vediamo per la prima volta il mare riempire la curva dell'orizzonte dalle colline vicino Acquaviva. L'Adriatico. Dall'altro lato del ponte di questa scalcagnata nave che è l'Italia. Alle tre e mezza incontriamo il primo cartello che ci annuncia l'ingresso a San Benedetto del Tronto. E' pure un po' imbrattato da una scritta ultras e circondato da rovi, ma la foto di rito è d'obbligo. Non sprechiamo però troppa solennità: mancano ancora tre chilometri e mezzo alla riva. Ci fermiamo a un bar, ci mettiamo il costume. Veniamo sovrastrati dal nastrone d'asfalto dell'autostrada adriatica, e poi il centro sanbenedettese è nostro. L'ultima discesa dal borgo vecchio, coi turisti in sandali e ciabatte. Il mare è lì, ora non ci serve più nessuna mappa. Qualche passeggiatore in bicicletta ci scampanella sul marciapiede. Verso il centro, verso il corso, verso una piazzetta tutta curata con le giostre e i festoni, verso il lungomare con le palme. E poi giù da una scalinata, sulla sabbia, sulla spiaggia scansando bagnanti. E' per noi quella bellissima folla laggiù, con qualche cartello e le macchine fotografiche in azione. Qualche drappello di nullafacenti come noi, un po' di bagnanti incuriositi dal trambusto. Chi saranno questi strani personaggi con zaini enormi, scarpe da ginnastica e calzini, e una maglietta con una tartaruga affaticata sul petto? E noi siamo arrivati fin qui, appiedati o azzoppati fa niente, e corriamo a bagnarci i piedi. Io tengo ancora un calzino di cotone per coprire le ferite. Una bottiglia da stappare, un'ampolla da riempire. E ci spogliamo degli scarponi, che ormai fanno solo caldo, della maglietta e dei calzoncini. Con passo incerto guadagniamo la riva. Poi sotto i piedi più niente.

09 agosto 2008

L'arrivo a San Benedetto del Tronto



Il pomeriggio del 9 agosto 2008 i due appiedati Luca Di Ciaccio e Simone Massera arrivano a San Benedetto del Tronto, al termine della traversata Tirreno - Adriatico a piedi partita da Civitavecchia il 24 luglio. Il rito dell'ampolla. E dopo il brindisi sul bagnasciuga.

Arrivati!


Ho ricevuto dalle vive voci dei due Appiedati la notizia che sono giunti alla meta.
L'accoglienza è stata degna dell'impresa, e Luca ha bevuto l'acqua dell'Adriatico.
Ora si preparano alla lauta, e giusta cena.
Attendendo i resoconti dei protagonisti.
[Francesca]

Appiedati verso la meta



Quindicesima tappa, da Offida a San Benedetto del Tronto, 20 km. Il percorso verso la meta della nostra marcia.

Sms giorno 17 ore 15,30



Il cartello stradale ci dice finalmente San Benedetto del Tronto. Palme all'orizzonte, brezza di mare verso di noi, piedi gonfi di fatica e cuori gonfi di gioia. Mi dicono di trattenere la retorica che mancano ancora tre chilometri all'arrivo. [Luca]

Sms giorno 17 ore 13,45


Si vede il mare! Si vede il Mare! [Simone e Luca]

Sms giorno 17 ore 11,30


Stanchi e perduti siamo in dirittura d'arrivo. Appena passato il cartello che indica 17 Km al mare. Sono un pò frastornato, mi mancano Elisa e Belle. [Simone]

Sms giorno 17 ore 10,00


Partiti per l'ultima tappa della nostra traversata, dopo una notte nelle infuocate case in mattoni del borgo di Offida. Ora finalmente si va verso l'Adriatico. La meta vicina è un balsamo per le nostre stanche gambe. Per chi volesse unirsi al comitato di accoglienza: arriveremo a San Benedetto del Tronto, in largo Trieste (sponda sud del torrente) a metà pomeriggio. [Luca]

08 agosto 2008

Appiedati - giorno 16



Tra cinesi, tibetani e marchigiani nel giorno delle olimpiadi.

Sms giorno 16 ore 21,00


Superati paesaggi piceni simili a canyon mortiferi e salite infinite alla ricerca di antichi borghi, giungiamo a Offida. La proprietaria del B&b ci accoglie così, rivolgendosi a Marco: "Da Civitavecchia a piedi? ah... per carità io nun dico niente... Ma che ti sì ammattitu?". Andiamo a cena e siamo tentati di dirigerci verso un tendone in piazza che cucina le specialità del posto, tra cui la "pecora in callara". Non sappiamo cosa sia ma sudiamo solo a sentirla nominare, così optiamo pure stavolta per una classica pizza. Ma l'Adriatico ormai è vicino, grandi preparativi sono in corso per l'arrivo di domani. [Luca]

Sms giorno 16 ore 19,00


"Il veleno sta nella coda" dice Marco riferendosi alle prime e ultime tappe della nostra marcia, con paesaggi aridi e micidiali imprevisti in agguato. Comunque oggi i miei piedi convalescenti hanno retto bene, nonostante la tappa ricca di salite, afa e fatiche. Dopo un'ultima estenuante scalata rischiamo di perderci tra i vicoli di Offida e ci salva un tipo che fa il podista e domani ha pure una gara, ed è tutto contento di vedere che "esistono ancora dei giovani a cui piace la fatica". Noi annuiamo con sguardo sinceramente affaticato, ma non siamo poi così sicuri che la faticia ci piaccia molto. [Luca]

Appiedati giorno 16



Quattordicesima tappa, da Ascoli Piceno a Offida, 23 km. Luca torna a marciare con Simone. C'è anche Marco. Si parla di maniaci e fantasmi, strani incontri nella valle della morte picena, refrigerio per i piedi.

Sms giorno 16 ore 15,00


Ci stiamo riposando all'ombra sul sagrato di una chiesa del 600 di un paesino sperduto tra le colline del Piceno. Sono ormai parecchi giorni che siamo lontani da casa e non posso non pensare che oggi è il compleanno di mia figlia e allora provo a farle capire quanto le voglio bene. AUGURI FRANCESCA [Marco]

Sms giorno 16 ore 13,45


Dovevamo passare sulla Salaria verso il mare per andare a Castel di Lama: breve, comoda, costeggiata da un fiume, un arrivo dal nome che evoca serenità tibetane. Invece problemi di ricerca di albergo ci hanno spinto a deviare per Offida: saliscendi collinari quasi raddoppiati, paesaggi brulli e aridi, una strada spietata come un burocrate cinese. [Luca]

Appiedati allo specchio



I tre appiedati - Simone, Luca e Marco - alla tappa finale nel Piceno.

Sms giorno 16 ore 9,45


Con sentito dolore annuncio la scomparsa del mio fidato cappello, pochi giorni dopo quello di Simone da lui dimenticato presso un internet point di Norcia. Chi volesse può trovarlo sulla scrivania dell'Apt di Ascoli nell'antico palazzo della pinacoteca. Ma ora partiamo per la 15° tappa. Cambio di percorso: arriveremo a Offida. Previsti 22 km circa. L'Adriatico è vicino. [Luca]

Sms giorno 16 ore 8,30


Lasciamo l'ostello ascolano dopo una notte movimentata da un maniaco seminudo che tentava di aprire le porte di ogni stanza. Una scritta sulla porta di un antico palazzo ci incoraggia: "Non senza fatica". D'altronde ieri sul ponte d'ingresso alla città ci aveva accolti un non proprio medievale Superman disegnato sull'asfalto. [Luca]

07 agosto 2008

Appiedati - giorno 15 (il ritorno di Luca)



A un bar sulla piazza del Popolo di Ascoli Piceno bevendo Anicetta e celebrando il ritorno di Luca come Appiedato con Simone e Marco.

Sms giorno 15 ore 20,00


Con ottimismo olimpico sono giunto in quel di Ascoli Piceno per tornare appiedato insieme ai valorosi Marco e Simone. Per mettermi in forze farò incetta delle tipiche olive fritte. Il gestore dell'ostello dove alloggiamo sostiene che nel 1200 Federico II lo sfrattò dalla torre dove abitava, e lo dice ancora con un certo rancore. [Luca]

Sms giorno 15 ore 08,37


Un tizio ci ferma per strada e ci dice di aver costruito un tempio per l'onnipotente a San Vito, un paesino arroccato sulle montagne, che ora però è chiuso per abuso edilizio. Dice che c'ha pur il sito internet, tempiomonoteista punto it. In caso controllate che io non posso. [Simone]

Sms giorno 15 ore 08,30


Ripartiamo di buon mattino verso Ascoli Piceno dove ad attenderci troveremo il nostro eroe immolatosi per la causa appiedata e troppo lungamente costretto in prigionia. [Simone]

06 agosto 2008

L'Appiedato Luca torna a marciare


Le scarpe stavolta le ho prese vecchissime, basse, strausate. I calzini li indosso due alla volta, di cui quello sotto in puro cotone finissimo al cento per cento. Lo zaino è leggero, un paio di chiletti, un vecchio Seven dai colori indecenti collaudato fin dalle gite della scuola media. La tenda e il sacco a pelo non c'è più, si dorme su comodi letti d'ostello o di bed & breakfast o di appartamento. Il cappello è sempre quello, pronto ad accogliere nuovo sudore e altro sole ma sempre con una certa eleganza. I piedi pure, non posso mica cambiarli, si stanno appena riprendendo dai traumi recenti, ma io sono pronto a trattarli con più gentilezza. Insomma domani pomeriggio disobbedisco ai medici troppo premurosi, scendo in pullman ad Ascoli Piceno, incontro il mio socio Simone con il padre e torno Appiedato. Pure solo per due giorni. Pure solo per mettere i piedi nell'altro mare, e fa niente se bruceranno un po'.

p.s.
Ci sono qui nuove foto e qui nuovi video della marcia. Presto altro materiale che non avete mai visto. Un grazie a Elisa.

Sms giorno 14 ore 13,45


Cogliamo l'occasione dell'attuale riposo per ringraziare Gianni per l'aiuto di ieri a quota mille tra Norcia e qui, e i genitori di Elisa, veri e propri sponsor ufficiali della marcia, per gli spaghetti della partenza, i vari cambi di accompagnatore, i rifocillamenti vari a Fiorenzuola e Spoleto. [Simone]

Sms giorno 14 ore 13,27


Oggi tappa breve e giornata quasi di riposo. Dopo diversi tentativi medici decidiamo di provare a sanare i miei piedi con l'acqua sulfurea di Acquasanta Terme. Niente da fare, l'acqua non è nemmeno calda e le terme sono chiuse da tempo. Prossimo tentativo per i piedi: la medicina alternativa o, meglio, un santone. Mio padre consiglia un podologo. [Simone]

Vicini alla meta. Informazioni di servizio


Sabato 9 agosto, con un ultima tappa che partirà da Castel di Lama o dintorni, comunque in provincia di Ascoli Piceno, è previsto l'arrivo degli Appiedati a San Benedetto del Tronto. Finalmente sulla acque dell'Adriatico. Sull'altra costa. Chi volesse unirsi per assistere all'evento o percorrere gli ultimi fatidici chilometri è pregato di contattare i due marciatori e magari organizzarsi con chi ha già deciso di essere dei nostri.

Chi ci segue da casa o dalla vacanza sappia che al più presto rimedieremo al blackout tecnico e inseriremo nel blog tutte le foto e i video della marcia degli Appiedati.

05 agosto 2008

Sms giorno 13 ore 21,30


Superate le cime appenniniche più ostiche, ci troviamo in terre di acque più o meno sulfuree (oggi Capodacqua, domani Acquasanta). Raggiunta la massima altezza della marcia, abbiamo sfiorato i mille metri. In comepenso per oltrepassare il tostissimo monte Vettore siamo stati costretti a un piccolo strappo alle nostre regole: farci dare un passaggio da un'auto in galleria per un paio di chilometri. Salire fin sulla cima della stazione sciistica avrebbe sballato tutti i nostri programmi, oltre che le nostre residue energie fisiche. Percorrere a piedi il lungo tunnel avrebbe comportato come minimo un'intossicazione da gas di scarico. Comunque sia lo spirito da appiedati rimane intatto (e il fisico dei nostri piedi sempre meno). [Simone]

Notizie dal marciatore - ombra


Ritirato dalla camminata mi sono dedicato all'ozio dei pensieri e alla cura dei piedi (o viceversa, fa lo stesso). Adesso al posto delle doloranti vesciche e delle enormi fasciature ho dei grumi di pelle secca e dura, con un colorito scuro violaceo, più altri dettagli che vi risparmio. Come se non bastasse mi è stato diagnosticato ieri il primo caso al mondo di vescica spuntata da fermo, senza aver camminato. Lo dicevo io che spiritualmente era come se fossi ancora in marcia con Simone e gli altri, ma non pensavo fino al punto da scatenare 'sta specie di vescica psicosomatica. In compenso l'infezione può considerarsi passata e ho smesso di assumere penicillina. Due giorni fa all'ospedale di Gaeta, per l'ennesima medicazione dei miei piedi, vengo curato da un dottore che a momenti si commuove nello scoprire che la mia diagnosi era stata fatta al pronto soccorso di Ronciglione, mi chiede notizie sulla "bella dottoressa bionda" che mi ha firmato il certificato, si informa con aria vagamente gelosa su quanti infermieri erano in servizio con lei. Mi scrive l'amico Mario da Roma consigliandomi un buon modello di scarpe (la linea Acg della Nike, da out-crossing leggere e in gore-tex) in cui nascondere i miei piedazzi come un Berlusconi che fa coprire la verità che si svela dietro le sue spalle. E mi ricorda il fondamentale motto di suo padre, esperto camminatore e scalatore, da tenere a mente: "Muoversi è naturale, camminare è tecnica!". Intanto ringrazio ancora i vari amici e lettori che mi hanno scritto o telefonato in questi giorni per saggiarsi delle miei condizioni, compreso chi ha avuto il temerario affetto di mandarmi "un bacino sul piede". Sento che mi sto riprendendo, e già annuso l'odore di altre strade. Stamattina sono uscito di casa e, circondato da flussi di ciondolanti turisti in infradito, ho percorso il mio primo centinaio di metri dopo dieci giorni di zoppicante deambulazione domestica. Vicino casa mi sono imbattuto in Carmen Russo e marito, e anche questo fortuito incontro va considerato come un evidente segno propizio inviatomi dal destino, il quale si manifesta - si sa - nelle forme di insospettabili messaggeri. Col piede ancora un po' fasciato ho camminato fino al supermercato dove ho comprato uno sfilatino di pane e fino all'agenzia di viaggi dove ho prenotato un biglietto aereo per l'America. A 'sto punto mi sa che, contrariando un po' il mio medico, tra un paio di giorni torno Appiedato. Giusto per il finale. Mi avanza un debito con l'Adriatico.

Appiedati - giorno 13



L'amore mette in moto le gambe.

Sms giorno 13 ore 14,01


Riceviamo telefonata di simpatico sconosciuto che dice che siamo troppo forti e di tenere duro. Ripartiamo rinfrancati su un tratto della Salaria antica piena di strane funivie fatte per oltrepassare il Tronto chissà quanto tempo fa. Fa molto Lost. [Simone]

Sms giorno 13 ore 13,20


Avvistiamo sulla mappa le terme di Acquasanta e decidiamo di proseguire in cerca di ristoro sulfureo per piedi e membra. Seguiamo il fiume Tronto camminando sulla Salaria ma per ora non troviamo slarghi per scendere al fiume. Nuove vesciche sul fronte occidentale. [Simone]

Sms giorno 13 ore 12,30


La signora del bed & breakfast di Acquasanta Terme - che per vari motivi ho chiamato più volte - non mi risponde mai al telefono ma mi richiama subito dopo come Tyler Durden in Fight Club. La cosa mi inquieta parecchio. Che sia tutto un parto della mia immaginazione? [Simone]

04 agosto 2008

Appiedati - giorno 12



Risveglio a Norcia coi canti delle suore benedettine.

Sms giorno 12 ore 21,00


Sfruttiamo fino in fondo il vantaggio di aver percorso due tappe in una sola volta. Norcia è un paesino accogliente e l'ospitalità delle suore benedettine è discreta ed essenziale, ne approfittiamo con altrettanta discrezione, apprezzando soprattutto il riparo dalla canicola estiva e la frescura naturale offerta dalle mura monastiche. Poi oggi è il compleanno di mia moglie e, in aggiunta alle telefonate di rito, non ho altri mezzi per raggiungerla se non attraverso le poche righe di questo messaggio: TANTI AUGURI CIO'. [Marco]

Sms giorno 12 ore 20,05


C'è chi si lamenta del quasi silenzio di oggi. In due parole quello che abbiamo fatto: svuotato lo zaino, dormito, bevuto, mangiato carne, camminato poco, curato piedi (io) e muscoli (papà), pianificato tappe impossibili sulle cime del monte Vettore, pianificato tappe più umane e fattibili, lavato i panni, ripreparato lo zaino. [Simone]

03 agosto 2008

Appiedati - giorno 11



Decima tappa, da Grotti a Norcia, 28 km. Sosta refrigerante nel fiume Corno, con cocomero in acqua (ma è per quelli del rafting, non possiamo toccarlo).

Sms giorno 11, ore 20,30


Abbiamo detto basta ai letti a castello, ai giovani vocianti di sera tardi, ai bagni in comune e alla poca gentilezza delle ostellanti. Finalmente siamo tornati dalle suore. Silenzio, cortesia, pace spirituale, prezzi ragionevoli e colazioni sostanziose. Ma anche occhiatacce finché non spieghiamo di essere padre e figlio. [Simone]

Sms giorno 11 ore 18,15


Sconvolgendo ogni pronostico giungiamo a Norcia in due tappe invece delle tre previste. Gli zaini pesano, la stanchezza è tanta, ma ci aspettano un ostello, una doccia e un ristorante, non necessariamente in quest'ordine. Domani giorno di riposo settimanale come premio. [Simone]

Sms giorno 11 ore 13,15


Partiti di buon mattino sulla strada per Norcia, seguiamo per un po' un'altra ferrovia abbandonata, la Spoleto - Norcia, con tanto di tunnel e punti di ristoro. Su una statale di merda piena di macchine invece troviamo uno slargo improvviso che conduce al fiume Corno dove riusciamo a raffreddare i piedi e ristorarci. C'è anche un cocomero a freddare nell'acqua. Non è un miraggio. Almeno credo. [Simone]

02 agosto 2008

Appiedati - giorno 10



Nona tappa, da Spoleto a Grotti, 12 km. Una scritta ci indica il Gran Premio della Montagna. Altre incitano la buonanima di Pantani, altre ancora ci esortano in modo più prosaico.

Sms giorno 10 ore 18,21


Il campeggio era un miraggio per cui abbiamo proseguito imperterriti fino all'arrivo in Val Nerina. Costruiamo accampamento sul fiume, forse più tardi mettiamo i piedi a bagno nel fiume Nera. [Simone]

Sms giorno 10 ore 15,05


Troviamo scritte in strada incoraggianti il nostro gran premio della montagna. Superata la forca di Sant'Anatolia di Narco a 750 metri sul livello del mare arriviamo a Grotti dove inaspettatamente troviamo un camping ad aspettarci. Il panorama è meraviglioso, la fatica tanta. [Simone]

Sms giorno 10 ore 10,25


Partiamo da Spoleto per salire a 800 e passa metri in 10 km. Una scalamobile farebbe comodo. Potremmo dire che la vista da lassù vale la fatica per salire, ma ci crediamo poco. [Simone]

01 agosto 2008

Appiedati - giorno 9 (lo scambio degli ostaggi)



Nell'ottava tappa se ne va Elisa e arriva un nuovo appiedato accompagnatore, Marco.

Appiedati - giorno 9



Ottava tappa, da Acquasparta a Spoleto, 25 km.

Sms giorno 9 ore 19,30


Troviamo ospitalità in un ostello del pellegrino a Spoleto. Dove ci chiedono se anche noi siamo pellegrini. Rispondiamo di si ma loro rifiutano di farci lo sconto. Pare che il vero pellegrino debba avere con sè un apposito bollino che certifichi il suo essere pellegrino, diffidando dalle imitazioni. Per noi semplici camminatori senza bollino tariffa intera. [Simone]

Sms giorno 9 ore 17,35


Il nuovo aggeggio satellitare ci dice a quante miglia orarie andiamo, tra quanto arriveremo, che strada fare. Ci toglie insomma il gusto dell'inaspettato, ma anche la paura di fare troppi chilometri in più. Cercheremo di usarlo con parsimonia, interrogandolo solo se veramente necessario. [Simone]

Sms giorno 9 ore 17,16


Avvenuto scambio di prigionieri politici e familiari. Liberata Elisa dopo 4 giorni di prigionia, preso in ostaggio Marco a tempo indeterminato. [Simone]

Sms giorno 9 ore 10,20


Lasciamo una deserta e inquietante Acquasparta e ricominciamo a salire per aggirare un monte che ci separa da Spoleto. Si sale praticamente sempre. [Simone]

31 luglio 2008

Appiedati - giorno 8 bis



Cose da vedere ad Acquasparta. Inoltre la strada prima di arrivarci.

Appiedati - giorno 8



Settima tappa, da Amelia a Acquasparta, 26 km. La maledizione del bar in salita a Montecastrilli. Inoltre il caldo e poi un'altro diluvio universale.

Sms giorno 8 ore 16,30


This is Acquasparta. Con tuoni e lampi all'orizzonte. L'Appennino incombe nel nostro percorso. Forse troveremo una lunga galleria per attraversarlo. E nei prossimi giorni, a grande richiesta, arriveranno nuovi video della nostra impresa. [Simone]

Sms giorno 8 ore 11,50


Aiuto! Sono stremata... L'unico sollievo in questa marcia sotto il sole me lo da un ventaglietto trovato per strada. Simone non mi lascia salire sui pullman! [Elisa]

Sms giorno 8 ore 09,20


Alla partenza per Acquasparta. Prima vescica per Elisa, che inizia a dare segni d'insofferenza. Io ho paura di rimanere stanco per sempre. [Simone]

30 luglio 2008

Sms giorno 7 ore 09,30


Partiamo molto presto alla volta di Amelia (la città che ammalia) con cui noi civitavecchiesi siamo gemellati e condividiamo la santa patrona, santa Fermina. [Simone]

29 luglio 2008

Colloquio con il nume tutelare


CSF: "E insomma hai fatto una figura da cioccolataio davanti a tutte quelle persone?".
LDC: "Ma no, anzi. Direi che sono stato imprudente ma quasi eroico, ho resistito fino allo stremo delle mie forze".
CSF: "Vabbe', però almeno il consiglio dei due calzini contro le vesciche potevi seguirlo...".

Appiedati - giorno 6



Quinta tappa, da Soriano nel Cimino a Orte, 16 km. L'arrivo a Orte.

Sms giorno 6 ore 18,00


Chiediamo informazioni ai vecchietti seduti al bar. Gli spieghiamo per sommi capi la nostra impresa appiedata. Si offrono di darci un passaggio in auto sulla cima del centro storico. Diciamo grazie ma no, non possiamo proprio accettare passaggi in auto. Insistono. Rifiutiamo ancora, è contro le nostre regole fidatevi. Borbottano qualcosa. [Simone]

Sms giorno 6 ore 15,45


Arriviamo cotti dal sole a Orte, città d'arte medievale dice il cartello. La salita fino al centro storico è degna di Pantani, il caldo è pazzesco. [Simone]

Sms giorno 6 ore 10,00


Le indicazioni di una signora per uscire da Soriano: prendete 'ste scalette, poi a destra prendete altre scalette, poi andate dritti che ci sono altre scalette, poi le ultime scalette fino alla strada per Orte. Insomma 'so tutte scalette... [Simone]

Note di un viaggio interrotto


Sono qui, a casa. E guardo i miei piedi. Fasciati, doloranti, appoggiati al pavimento con difficoltà. Non smetto di guardarli. Ripenso agli errori fatti. Le scarpe comprate un mese e mezzo fa erano troppo pesanti, troppo nuove, troppo poco usate, tant'è che dopo i primi mille metri già m'era spuntata la prima vescica, tant'è che al secondo giorno ero stato costretto a indossare i sandali. La prime tappe, in particolare la terza da Blera al lago di Vico dove a un certo punto ci siamo persi senza mai arrivare, si sono rivelate eccessivamente dure. Lo zaino era troppo pesante, caricato delle attrezzature da campeggio che ormai avevamo pensato di abbandonare. La scomodità del riposo notturno in tenda era un'aggravante evitabile dopo una giornata di marcia. Troppo tardi ormai. Avevamo già deciso col mio socio Simone, mentre al tramonto di un sabato infinito, scrutati dagli sguardi ovviamente bovini delle mucche di Ronciglione, camminavamo verso chissà quale meta, di modificare il percorso, alleggerire il bagaglio, dire addio alla tenda, trovare pernottamente più confortevoli. Ma le più abnormi vesciche mai viste dai nostri occhi umani mi hanno stroncato troppo presto. Purulente: e non lo si dice per fare effetto sui lettori, ma perché stava scritto proprio così sul bollettino medico. La più grande, quella che per prima ha sviluppato un'infezione, stava sotto la pianta del piede sinistro. Un'altra, per par condicio, sotto la pianta del piede destro. E altre ancora disseminate su qualche dito. Ma la più impressionante rimane la cosiddetta "vescica Compeed" sopra il dito mignolo del piede destro. Una vescica bucata con l'ago come le altre e sulla quale la prima sera - non l'avessi mai fatto - avevo deciso di applicare uno di quei cerotti assorbenti per la cura delle vesciche, il Compeed appunto. Il giorno dopo un'altra possente vescica si era riformata sotto il cerotto, dando al dito l'aspetto spaventevole di una grossa escrescenza bianca. La mattina di domenica, prima di andare all'ospedale, Simone ha provveduto alla rimozione del degenerato Compeed per ridare al mio mignolo un aspetto maciullato ma più normale, evitando che i medici impartissero ordini di amputazioni alla vista di quello spettacolo. E pensare che era solo una lunga camminata, e mica volevamo l'eroica prova di resistenza fisica. Ahi, ahi, ahi. Con un piede infestato così non avevo altra scelta che arrendermi.

Sono di nuovo a casa, la mia marcia è durata appena tre giorni e mezzo, continuo a guardarmi i piedi, trangugio pasticcone di penicillina, all'ospedale dove vado a farmi medicare mi dicono "ah, lei sarebbe quello della Tirreno - Adriatico?", e mi sembra che sia passato molto più tempo dal giorno in cui eravamo partiti. Le andature lente della camminata provocano tempi più larghi per il cuore e infautazioni veloci. Marciare sotto il sole, avanzare spalla a spalla lungo strade bianche di campagna o provinciale asfaltate, dividere la poca acqua nelle borracce, o in un caso di emergenza perfino una residura bottiglia di lambrusco, un paio di barrette energetiche e qualche pomodorino, aiuta a creare un particolare senso di vicinanza, senza la scorza del cinismo, più indifesi e disponibili alla realtà imprevista. Per questo sento di ringraziare Alberto che ci ha accompagnato per i primi tre giorni, Enrica, Fabiana e Paolo che hanno camminato con noi nel giorno della debacle, Elisa che a un certo punto è apparsa come un angelo a indicare che si, c'eravamo proprio persi ma se volevamo poteva caricarsi in auto i nostri megazaini.

Insomma, claudicante e dolorante, mi sono immolato alla causa appiedata. Sono arrivati tanti messaggi sul blog, tante email, tante telefonate e sms di incoraggiamento, per incitarci a non mollare. La nostra impresa ha attirato molte curiosità e attenzioni. Io e Simone ringraziamo tutti. Un po' di spinte nei momenti di maggiore fatica ce le avete date anche tutti voi a distanza virtuale. Certo, non ha molto senso incitare me che riesco a malapena a poggiare i miei piedi per terra. Vale la pena incitare Simone, che ha deciso di continuare, via verso l'Adriatico e nuove avventure, su un percorso leggermente modificato. Ce la dovrà fare. Io spero di raggiungerlo prima dell'arrivo, se questi miei piedi maltrattati decideranno di riprendersi. Per ora sto qui a galleggiare nel mio onorato fallimento. Ho deciso: farò il marciatore - ombra. Come direbbe un personaggio di una commedia di Beckett: "Non ci si bagna mai due volte nello stesso pus".

Intervista agli Appiedati, parlandone da sani


Durante i primi giorni di marcia sul nostro numero di telefono pubblico ci hanno chiamato amici, conoscenti, compagni di scuola persi di vista, vecchie fiamme, cronisti, aspiranti marciatori. Ognuno col suo incoraggiamento. Ci ha telefonato anche Damiano Celestini, giovane giornalista di Civitavecchia, che ci ha fatto un'intervista radiofonica in diretta, mentre camminavamo dalle parti di Barbarano ancora integri e uniti. La potete ascoltare qui.
Inoltre stamattina parla di noi (ancora da integri e con me che rispondo ridendo alla domanda "perché lo fate?" dicendo che "non avevamo di meglio da fare") pure Il Messaggero nella cronaca di Viterbo.

28 luglio 2008

Appiedati - giorno 5



E nel viterbese ci colse il diluvio.

Appiedati - giorno 5 (la ripartenza)



Quarta tappa, dopo l'abbandono forzato di Luca e il giorno di riposo. Simone riparte. Elisa fa da accompagnatrice per alcune delle prossime tappe. Percorso parzialmente modificato. Dal lago di Vico - dove eravamo rimasti - si va verso Soriano nel Cimino. Intanto arriva un minaccioso temporale.

Sms giorno 5 ore 19,00


Bloccati per un po' nel pomeriggio da una pioggia torrenziale tra i monti Cimini, decidiamo di proseguire sotto l'acqua interperriti (come direbbe Luca). Troviamo sistemazione dalle suore della misericordia di Lourdes fingendoci cugini devoti. [Simone]

Sms giorno 5 ore 15,00


Ripartiti da dove avevamo lasciato. Vesciche quasi guarite e tuoni minacciosi alle nostre spalle ci spingono ad accellerare l'andatura. Già ci mancano Luca e i suoi video cretini. [Simone]

L'appiedato Simone riparte. Ecco il nuovo percorso


Dopo il ritoro forzato di Luca per cause mediche e un giorno di riposo per smaltire le fatiche eccessive dei primi giorni e riordinare le idee, l'appiedato Simone riparte da dove ieri tutto si era interrotto. Dunque la marcia Tirreno - Adriatico continua. Il percorso previsto è stato leggermente modificato rispetto all'originale in modo da evitare i tratti più pesanti. La curva verso Foligno è stata raddrizzata tenendo il passaggio più a Sud, dalle parti di Spoleto. Gli Appennini saranno scavallati poco più giù dei Sibillini, sperando che demoni e fate non ne abbiamo a male della nostra diserzione. Inoltre si è detto addio, almeno per un po', alla tenda. Si dormirà in alberghi, ostelli o sistemazioni del genere. Sulla pagina di Google Maps trovate l'itinerario aggiornato. Si arriverà, se tutto va bene, sempre sabato 9 agosto a San Benedetto del Tronto. Dopo aver percorso circa 330 km, divisi in 16 tappe, con una media di 20 km al giorno. Il socio di cammino infortunato tornerà in strada appene le condizioni dei suoi piedi malridotti glielo consentiranno. Il numero di telefono pubblico è sempre lo stesso e rimarrà attivo. Simone continuerà ad aggiornarci su questo blog. Le adesioni per chi vorrà unirsi per un pezzo di marcia sono sempre aperte.

Ecco il nuovo percorso ridefinito, da qui alla meta.
Lun 28/07 - da Ronciglione a Soriano nel Cimino - 15 km
Mar 29/07 - da Soriano nel Cimino a Orte - 16 km
Mer 30/07 - da Orte a Amelia - 16 km
Gio 31/07 - da Amelia a Acquasparta - 26 km
Ven 01/08 - da Acquasparta a Spoleto - 25 km
Sab 02/08 - da Spoleto a Sant'Anatolia di Narco - 12 km
Dom 03/08 - da Sant'Anatolia di Narco a Triponzo - 16 km
Lun 04/08 - da Triponzo a Norcia - 18 km
Mar 05/08 - da Norcia a Capodacqua - 20 km
Mer 06/08 - da Capodacqua a Acquasanta Terme - 20 km
Gio 07/08 - da Acquasanta Terme a Ascoli Piceno - 25 km
Ven 08/08 - da Ascoli Piceno a Castel di Lama - 15 km
Sab 09/08 - da Castel di Lama a San Benedetto del Tronto - 25 km

Medaglia al valor civile


Stanco e confuso dall'inattesa piega degli eventi, ho preso un giorno di pausa per riordinare le idee e il percorso, riposare le gambe e far guarire un po' le vesciche. Da oggi pomeriggio riparto per le prossime tappe (Soriano del Cimino - Orte - Amelia - Acquasparta - Spoleto) con Elisa per un paio di giorni, poi da solo, poi forse con mio padre.
Ci sono stati dei cambiamenti dell'itinerario
per cercare di arrivare comunque nei tempi prestabiliti che presto saranno pubblicati sul blog per chi volesse seguirmi in qualche tappa. Per questo il nostro tragitto non è più insensatamente spostato verso Nord, ma procede ora diritto da Acquasparta verso il valico tra i Monti Sibillini e il parco del Gran Sasso.
Tutto questo in attesa della guarigione del nostro eroe immolatosi per la causa appiedata, che mi ha appena assicurato al telefono che sarà con me nelle ultime, decisive tappe. Per ora ci piace ricordarlo così, non zoppicante o in carrozzella all'uscita del pronto soccorso, ma a Blera, sulle sue gambe, raggiante per le medicine prese in una farmacia del paese da Alberto. Daje Luca.

PS
C'è qualche mia foto del viaggio fatto finora qui.

Appiedati - Il ritiro di Luca



27 luglio 2008, giorno 4. Il giorno della debacle. Luca al pronto soccorso di Ronciglione per vesciche infette. I medici impongono il ritiro. Passaggio di testimone col socio Simone che prosegue eroicamente da solo. Da vedere anche l'andatura zoppicante della mattina.

Il nostro eroe


come sapete luca, costretto dai medici, ha dovuto arrendersi e interrompere prematuramente il cammino. sollevato e dispiaciuto l'ho lasciato a casa, nel deserto domenicale di san lorenzo, ad ora di pranzo, in attesa dei genitori, che, intanto, l'hanno riportato a gaeta. se volete potete portargli delle bottigliette d'acqua. gradirà.

ma le parole per descrivere l'ultimo giorno del nostro eroe non bastano, allora vi lascio guardare.

ATTENZIONE: sconsigliato ai deboli di cuore, a quelli con il peacemaker, a chi non ride alle battute di boncompagni, a chi si spaventa guardando i film di tarantino, a chi non sa perdavvero cosa sia una vescica, e vive bene lo stesso. sono graditi pareri medici. approfondimenti su richiesta.



27 luglio 2008

Emergenza medica


Luca al pronto soccorso di Ronciglione in sedia a rotelle. Diagnosi: flittene infette multiple dei piedi. Prognosi di 8 giorni. I medici impongono il ritiro. Simone intenzionato a continuare da solo. Nelle prossime ore altre notizie e video.

Appiedati a rischio


Risveglio al camping Natura del lago di Vico dopo tappone di ieri in cui abbiamo sbagliato strada e fatto troppi chilometri in più. Situazione allarmante per le vesciche di Luca in via di infezione. Necessario andare all'ospedale di Ronciglione. Vi terremo aggiornati.

26 luglio 2008

Appiedati - giorno 3



Terza tappa da Blera al lago di Vico, sbagliando strada e tutto, camminata che alla fine supera i 35 km con molte sofferenze. I video dell'ormai inevitabile crisi.

Sms giorno 3 ore 22,30


Arrivati (distrutti) al camping Natura nei pressi del lago di Vico dopo aver deviato per campi pur di trovare la strada giusta. Col sottofondo, negli ultimi agonizzanti metri, dei balli di gruppo del ristorante Bella Venere: "un passo indietro bailando, un passo avanti cantando" eccetera. Altro che passetti i nostri. Tappa debacle: abbiamo fatto dieci e forse più chilometri rispetto al previso, quindi oltre 35. Domani sarà dura risvegliarsi. A 'sto punto riposo e poi qualche cambio al programma: tappe meno impegnative, basta dormire in tenda, zaini più leggeri. Inoltre da domattina il nostro prode ospite Alberto ci saluterà. Per ora invece rimane solo da crollare. [Luca]

Sms giorno 3 ore 20,00


Persi nelle strade attorno al lago di Vico. O forse semplicemente prigionieri di una tappa calibrata male e che ora si allunga a dismisura. Mentre decina di auto appena reduci da un matrimonio ci sfiorano suonando il clacson. La ragazza di Simone ci viene in soccorso. La compagine di ospiti femminili abbandona la camminata e si fa dare un passaggio in auto al camping. Noialtri proseguiamo imperterrti. E molto moooolto stanchi. [Luca]

Appiedati - giorno 3



Sulla lunga e faticosa strada per il lago di Vico, cominciando a perdere un po' di lucidità.

Sms giorno 3 ore 18,00


Salita infinita verso il lago di Vico. Poi una discesa spericolata, che tentiamo di tagliare prima di qualche curva prendendo qualche scivolata sulle foglie secche. Però l'arrivo non arriva mai. [Luca]

Appiedati - giorno 3



Arrivo degli ospiti del weekend alla stazione di Capranica.

Sms giorno 3 ore 16,00


Animali di media-grossa taglia incontrati finora sul nostro percorso: un toro che puntava con strane occhiate la maglia rossa del nostro ospite Alberto (il quale insisteva a spiegare di aver sentito a Superquark che la storia dei tori che vedono il rosso è tutta una balla), una mucca scappata di fronte a noi dopo un possente muggito accanto al ponte di ferro della vecchia ferrovia, vari cani, una piccola rana in un tunnel, cavalli, gatti, un serpente però spaventato quasi più di noi, delle galline, vari cani ma nessuno finora particolarmente aggressivo (oppure si, ma dal chiuso dei loro recinti). [Luca]

Sms giorno 3 ore 15,00


La nostra amica Fabiana decide di ribattezzare le mie quattro principali vesciche coi nomi delle protagoniste di Sex and the City. [Luca]

Sms giorno 3 ore 14,00


Finalmente dopo tante stazioni abbandonate eccone una vera: quella di Capranica - Sutri. Qui incontriamo Fabiana, Enrica e Paolo che saranno nostri ospiti per il weekend. Le dannate veschiche rallentano l'andatura. [Luca]

Appiedati - giorno 3



Tappa 3, da Blera al lago di Vico, previsti 25 km. L'arrivo a Barbarano Romano, l'intervista con l'ospite Alberto.

Sms giorno 3 ore 11,00


Nel centro di Barbarano incontriamo un vigile urbano dall'inquietante somiglianza con Rasputin. Compriamo giornali. Pensiamo sia giunto il momento di proclamare uno stato d'emergenza davvero utile: quello per le vesciche! [Luca]

Sms giorno 3 ore 10,00


Imbottiti di antidolorifici e garze ripartiamo. Oggi aspettiamo ospiti. Simone rilascia interviste al telefono. Passare dai paesi, trovare qualcuno che ci saluta, sapere degli incoraggiamenti di chi ci segue a distanza sul blog, ci offre un po' di sollievo. [Luca]

25 luglio 2008

Appiedati - giorno 2



Immagini che mai avremmo voluto vedere. Tenete lontani i bambini e gli stomaci deboli. Ecco la vescica in diretta, nell'abnorme versione del piede di Luca.

Sms giorno 2 ore 22,00


Prelibata cena da campo a base di pizzoccheri alla valtellinese e pasta con fagioli. Tutto liofilizzato. Andiamo a dormire, acciaccatissimi, tenda montata vicino la vecchia stazione di Blera, con sottofondo ininterrotto di cani che abbaiano alla luna. Oggi fatti circa 25 km. [Luca]

Intercettazione 003 - stati d'animo


ancora un'intercettazione. strane chiacchiere sull'evocare la morte.

per ascoltare forse fate prima a scaricarlo, se è lento.

La sosta degli assetati



Secondo giorno. Avvistati gli appiedati, stanchi ed estenuati, in sosta rifocillante poco prima di Blera, soprattutto per riempire le borracce.

Sms giorno 2 ore 19,00


Un oste di Blera ci offre del vino e ci dice: "Ma che davvero state a fà la ferrovia? Lì nun ce va manco chi ha ammazzato il padre e la madre!". Ha ragione. [Luca]

Sms giorno 2 ore 18,00


Arrivati a Blera. Primo shopping in farmacia. Luca pratica accanimento terapeutico su una sua vescica di enormi dimensioni. [Simone]

Intercettazione 002 - il primo giorno (e mezzo)


grazie al nostro infallibile sistema di intercettazioni abbiamo i primi aggiornamenti dal nulla della campagna laziale.
si parla di vesciche, cibo e bevande.

insomma, so' problemi.

Sms giorno 2 ore 16,00


Il nostro ospite Alberto ci da l'andatura, beato lui di scuola di scout e senza neanche una vescica, e la sua compagnia ci è davvero di grande aiuto in questo duro inizio di marcia. [Luca]

Appiedati - giorno 2



Da La Farnesiana a Blera, 25 km. Il video della mattinata.

Sms giorno 2 ore 15,00


Tutto molto più faticoso di quanto prevedessimo. Le vesciche non perdonano, gli zaini sono troppo pesanti, la strada della ferrovia è dritta, bianca e senza segni di vita. [Luca]

Sms giorno 2 ore 13,00


Superati ponti di ferro e tunnel umidi. Luca in crisi profonda, si riprende con miele e polase. E abbandona gli scarponi da trekking per i sandali. Tentando di salvare il salvabile del suo piede ma finendo più che altro per assomigliare a un turista tedesco in vacanza a Rimini. [Simone]

Sms giorno 2 ore 10,00


Svegliati dal sole, col buongiorno delle formiche. Ho perso il contapassi, che ieri segnava trentaseimila e passa. Rimettersi scarpe e zaino è durissimo. Ancora in marcia sulla ferrovia abbandonata, verso Blera. [Luca]

24 luglio 2008

Giorno 1 - dopo la partenza



Da Civitavecchia a La Farnesiana, seguendo la ferrovia abbandonata. Percorsi circa 20 km.

La partenza da Civitavecchia



Sms giorno 1 ore 21,30


Di fronte alla stazione abbandonata di Allumiere montiamo la tenda mentre calano le tenebre. Cena a base di pomodori e affettati. Contiamo le vesciche, e un minaccioso elicottero a fari spenti volteggia sopra di noi. [Luca]

Sms Giorno 1 ore 21,00


Tra fatiche e sospiri arrivati in località La Farnesiana. Un agriturismo accanto a una chiesa abbandonata, posto buono per rendere l'anima, ci accoglie con cani che ci circondano curiosi. Facciamo Scorta d'acqua ma poi tiriamo dritto. [Luca]

Sms Giorno 1 ore 19,00


Dobbiamo chiedere scusa al nostro nume Enrico Brizzi. Nel suo libro non c'era "troppo sudore e sofferenza". Ce n'era troppo poco. [Simone]

Sms giorno 1 ore 17,30


Persi nei campi di grano (poesia di un amore profano?) cercando la ferrovia abbandonata. Scampati al primo cane che ci viene incontro. Un gregge di pecore ci fa ritrovare la strada giusta. E' un po' allarmante che la mia prima vescica (in alto sul dito miglolo del piede destro) sia arrivata ad appena poche centinia di metri dalla partenza. [Luca]

Prima mezza tappa, fa caldo



I 3 appiedati a metà della tappa 1, appena alla stazione di Aurelia, vicino Civitavecchia. Li attende un lauto pasto rifocillatore.

Note di inizio viaggio


Insomma siamo partiti, finalmente, stamattina alle nove e mezza da Civitavecchia. Sole alto, temperatura calda, poca umidità, mare calmo. I nostri zaini sono stati rimpinzati a dovere. Abbiamo riempito nelle acque del lungomare di Civitavecchia una boccetta di mar Tirreno. Con noi c'è il primo della lista degli incoscienti ospiti che hanno deciso di accompagnarci per qualche pezzo di marcia, Alberto, il quale ci farà compagnia fino a sabato. Abbiamo varcato senza perquisizioni e senza nulla da dichiarare la dogana del porto di Civitavecchia, quindi adesso formalmente è come se ci trovassimo in acque internazionali. In realtà adesso, dopo aver varcato la straniante e desolata zona industriale, siamo in località Aurelia, in un quartiere alberato pieno di strade intitolate ad artisti e musicisti, a casa della ragazza del socio Simone (ma non nel senso di moglie come aveva capito travelblog.it che aveva parlato di noi), satolli di un lauto pranzo con spaghettata di vongole offerto dalla gentile famiglia. Abbiamo anche preso visione della rassegna stampa sulla nostra impresa. Un articolo sul quotidiano "Il Tempo" (qui il pdf), poco sotto la notizia di Berlusconi che inaugurerà la centrale di Civitavecchia, ci definisce così: "Due persone che se le vedi pensi: geniali". Loro si che se ne intendono. A proposito il sito civitavecchiese centumcellae.it è intenzionato a seguire le nostre avventure. Noi tra poco riprendiamo la marcia, e ci inoltreremo nella famigerata ferrovia abbandonata in direzione di Orte e Capranica. Ci aspetta un'altra quindicina di chilometri. Se la nostra dotazione tecnologica non verrà meno invieremo video e foto e dispacci via sms come promesso. Se c'è campo potremmo anche rispondervi all'apposito telefono.

Siamo partiti



23 luglio 2008

Alla partenza


E così si parte. Giovedì 24 luglio duemilaotto. Alle ore 9,30 dal piazzale della stazione di Civitavecchia, a due passi dal porto. Pronti a bagnarci i piedi nelle acque del Tirreno prima di cominciare la nostra lunga marcia. Arriverò in treno da Roma e lì incontrerò Simone, e ci scambieremo le ultime cose per i rispettivi zaini. Qualche amico verrà a salutarci. La prima tappa sarà di venti chilometri, andremo in direzione Aurelia, poi devieremo per la ferrovia abbandonata. Dovremmo fermarci a sera in località La Farnesiana. Il meteo prevede sole, temperature calde ma non afose.

Vi ho già detto che vi aggiorneremo ogni giorno delle nostre eroiche gesta, se batterie dei cellulari e mezzi tecnici reggeranno, con dispacci in forma di sms, video e foto su questo blog? Vi ho già detto che vari amici si uniranno con noi in qualche tappa, fin da domani? Vi ho già detto che chi vuole aggregarsi ci può mandare un cenno indicandoci quando e per quale tappa? Vi ho già detto che potete chiamarci attraverso un apposito numero di cellulare cui risponderanno i due eroici marciatori in persona? Il numero è 346.2364400, attivo quando è acceso. Preghiamo anche coloro che hanno già i nostri numeri personali di chiamarci su quella linea, perché useremo i nostri telefoni soprattutto per video e connessioni col blog. Vi ho già detto che abbiamo due splendide magliette con stampata sopra una tartarughina dall'aria affaticata? A domani.

Intercettazione 001 - falso allarme


fonti anonime hanno diffuso un'intercettazione, poche ore prima della partenza, che ha gettato nel panico fans e creduloni. ma si trattava di un infamante falso allarme. un caso montato ad arte. questo.

ludik non ci credeva, ma deve stare attento.

Alla vigilia


Bene. Siamo alla vigilia della partenza. Domani ci bagneremo i piedi nel Tirreno, nelle acque non so quanto chiare del prestigioso porto di Civitavecchia, e poi cominceremo il nostro lungo viaggio a piedi da costa a costa. Avremo un paio di angeli custodi, Elisa da Civitavecchia e Francesca da Bologna, che ci aiuteranno a mandare avanti questo blog, che noi speriamo di alimentare a distanza grazie al potente ausilio di cellulari e caricabatterie. Oggi ho sentito al telefono il mio amico Federico, che mi ha dato un po' di consigli da medico. "Devi misurarti la pressione, mi ha detto". E poi, con tono affettuosamente severo: "Rendetevi conto dei vostri limiti, e non superateli". Poi ho sentito il nostro nume tutelare Claudio Sabelli Fioretti. Il quale ci ha dato la sua laica benedizione e dopo aver letto la nostra lista per gli zaini ci ha ordinato perentorio: "Togliere ragazzi, togliere! Quante mutande per esempio?". Ehm si pensava cinque o sei, faccio io. "Troppe. Due vanno più che bene!". D'altronde anche a questo serve la saggezza dei numi tutelari: a farti rifare un'altra volta lo zaino prima della partenza. Mi ha chiamato il mio amico spin doctor Paolo Guarino, e quando gli ho detto che avremo un numero di cellulare pubblico per la nostra marcia mi ha raccomandato di stare attento nelle mie conversazioni telefoniche. "Sai, di questi tempi...". Gli ho risposto che non avevo pensato a questa evenienza, a possibili intercettazioni e manovre occulte, o che qualcuno scambi la nostra camminata come un'esercitazione per il colpo di stato. "Dammi la una delega dell'operazione Appiedati ai servizi segreti e ci penso io, fidati". Mi sono fidato. Anche questa marcia, come tutte le italiche faccende, avrà la sua intelligence (se si applica). Infine mi è arrivata la mail dell'antropologo Massimo Canevacci, nostro affezionato docente dei tempi universitari, che ha ripescato apposta per noi il suo concetto di "stupita fatticità" e di fronte al nostro cimento ha commentato: "Ve possino... mi sono stancanto solo a cliccare".

Vittoria



Grazie della fiducia (Sono giovani e forti vince con il 32% dei voti), ma soprattutto:
Luca, tié, ho vinto io.

22 luglio 2008

Chi l'ha visto?


Un commento al nostro viaggio sul sito Telefree.it.

La ferrovia abbandonata


Come vi abbiamo già accennato, nelle prime due tappe e mezza della nostra marcia camminaremo su una ferrovia abbandonata. Si tratta dalla linea Civitavecchia - Capranica - Orte. Fu costruita negli anni Venti, con molte difficoltà a causa del percorso accidentato, arredata da graziose stazioncine in stile liberty, bombardata durante la guerra, chiusa negli anni Sessanta, ristrutturata più volte anche negli ultimi anni ma mai più utilizzata dai treni. In compenso è stata usata per girare molti film, pure uno con Frank Sinatra. Incroceremo piccoli paesi, qualche tomba etrusca e una lunga galleria al buio. Qui alcune foto (via flickr) della vecchia ferrovia.

Citazioni a go go [e 6]


"Mille miglia iniziano con un piccolo passo. L'importante è darsi da fare, senza mai arrendersi"
(Gianni Moscherini, sindaco di Civitavecchia)

21 luglio 2008

I libri del camminatore


Qualche settimana fa, appena deciso con Simone che saremmo partiti, abbiamo ordinato una scatola piena di libri dedicati ai viaggi a piedi. Ovviamente avevamo già i preziosi tomi dei nostri due numi tutelari. Uno è "A piedi" di Claudio Sabelli Fioretti con Giorgio Lauro (Chiarelettere) con il racconto del loro viaggio a piedi da Lavarone in Trentino a Cura di Vetralla nel Lazio, nel quale a un certo punto, nei pressi dell'ultima tappa, compaio pure io, scendendo da un taxi. E' un bel diario di viaggio, un po' scanzonato, pieno di consigli utili. L'altro è "Nessuno lo saprà" di Enrico Brizzi (Mondadori) dove lo scrittore bolognese racconta del suo viaggio a piedi col fratello e altri amici dall'Argentario al Conero, a piedi e con la tenda. Ne avevo sentito parlare ma non lo avevo ancora letto. Sa troppo di sudore e calvario sofferente, e lui ripete un sacco di volte la parola "kapish?" ma alla fine si fa appassionante. Poi ci siamo rivolti ai classici. Imperdibile è "Il mondo a piedi - Elogio della marcia" di David Le Breton (Feltrinelli). Tutto quello che potete desiderare, tra citazioni filosofiche e dissertazioni letterarie, per dare un'anima nobile al vostro proposito di mettervi in cammino. Un compendio utile per camminare nei campi sotto l'aura di Stevenson e Rimbaud oppure per passeggiare in città benedetti da Benjamin. A quel punto non potevamo non immergerci nella lettura di "Camminare" di Henry David Thoreau (editore SE), testo breve ma fondamentale per ogni anelito al movimento nella sua essenza di desiderio liberatorio dall'ansia e dal malessere del mondo. Certo, il buon pioniere americano Thoreau camminava senza meta, senza zaino e senza cellulare ma è pur sempre una voce che ti rimane dentro. Volendo buttarla un po' sul situazionista ho preso anche il saggio di Francesco Careri "Walkscapes - Camminare come pratica estetica" (Einaudi), il quale fa anche parte del gruppo Stalker, un gruppo di studenti di architettura che compie ricerche sugli spazi urbani. Walkscapes la mette sul dada, sul situazionismo, sul lettrismo, sul minimalismo, sulla land art, e poi racconta la storia della città di Zonzo, che è la città del perdersi e del vagare in cerca dell'altrove. Gente che si preoccupa più di camminare che di lasciare tracce. Noi non abbiamo tutte 'ste ambizioni ovviamente. Ho cominciato a leggere, e me lo porterò in marcia, la "Filosofia del camminare" di Duccio Demetrio, sottotitolo "Esercizi di meditazione mediterranea" (Cortina editore). Consigliato anche dal nostro nume Sabelli nella sua marcia di un anno fa. La filosofia, dice Demetrio, è nata in cammino con Socrate e Platone ma anche noi volendo possiamo permetterci qualche piccolo esercizio. Che poi questo Demetrio, mi raccontò una volta Sabelli, è un erudito professore che in realtà cammina pochissimo nella sua vita, prende pure l'ascensore. Mi porto in viaggio anche il librone "La leggenda dei monti naviganti" di Paolo Rumiz (Feltrinelli), giornalista autore di memorabili viaggi estivi a puntate sul quotidiano La Repubblica. Ammiratissimo da me, un po' meno dal mio socio Simone. Lui pedala, si arrampica, si mette alla guida di una Topolino del '53 sui tornanti appenninici, alla ricerca dei "piccoli e grandi eroi della resistenza dei territori". Tra la meraviglia per la bellezza del paesaggio umano e naturale e la rabbia per il potere che lo ignora. E nello zaino infilo all'ultimo momento, se c'entra, anche "Le vie dei canti" di Bruce Chatwin (Adelphi) coi suoi aborigeni e i suoi peregrinaggi nomadi. Non l'ho ancora mai letto, e forse è il momento giusto. Come dice il professor Demetrio, "il pensiero camminante sfoglia le pagine di un libro sostando anche a lungo sulle righe, senza alcuna fretta di andare a vedere come va a finire la storia". Chissà come andrà a finire, infatti.

Citazioni a go go [e 5]


"Colui che ha la mente in riposo possiede tutte le ricchezze. Non altrettanto colui che ha il piede rinchiuso in una scarpa e cammina come se tutta la superficie della terra fosse ricoperta di cuio"
(Henry David Thoreau)

20 luglio 2008

Appiedati - Prima di partire



Lo zaino


Inventario alla partenza.

Nello zaino di Luca: mezza tenda; sacco a pelo; tappetino in poliuretano; un paio di sandali; 5 paia di calzini, magliette traspiranti e normali; una camicia maniche corte e una polo per le occasioni eleganti; 2 pantaloni corti, 1 pantalone lungo accorciabile; un costume; 5 mutande; una felpa per eventuali mattinate fresche; un cappello; un k-way; borraccia da 75 cl; un paio di bloc notes con penna; due telefonini e una batteria di riserva; vari libri; un portafoglio; una torcetta, forse una torcia più grande; aggeggio contapassi e contachilometri; occhiali da sole; nécessaire per igiene e pronto soccorso; crema protettiva da sole, crema anti-vesciche, crema anti-zanzare; attrezzatura da cucina; bustine di Polase.

Nello zaino di Simone: un paio di sandali; un costume; un po' di mutande; calzini da trekking e calzini normali; magliette traspiranti e normali; una camicia maniche corte e una polo per le occasioni eleganti; una felpa di pile; una felpa leggera per le mattine fresche (speriamo ci siano); una bandana; un cappello; due paia di pantaloncini corti; un k-way; un paio di pantaloni lunghi; sacco a pelo; borraccia da 75 cl; mappe varie; tappetino in poliuretano; mezza tenda; nécessaire per igiene e pronto soccorso; occhiali da sole; macchinetta fotografica; una torcetta; una lampada da tenda; una bussola; un telefonino; vari libri; un portafoglio; bustine di Polase; attrezzatura da cucina (gavetta, fornello, posate, cibarie).

Inoltre, un po' di libri letti prima di partire e che consigliamo.

Aggiornamento: abbandonati tenda e attrezzature da campeggio al quarto giorno (e ripresi solo per un paio di giorni in zona appenninica). Cambiate anche le scarpe, in favore di modelli più leggeri e più usati. Lo zaino diventa uno dopo il ritiro di Luca per cause mediche (e nelle ultime due tappe Luca torna con uno zaino leggero modello scuola). Tuttavia lo zaino di Luca è ereditato dagli accompagnatori di Simone per le restanti tappe, prima Elisa poi Marco. Aggiunto un telefonino con lettore satellitare di mappe. Persi i cappelli nelle ultime tappe.

Citazioni a go go [e 4]


"Camminare non è correre, non è competere, non è gareggiare e non è nemmeno sfidarsi in una scalata temeraria. Camminare è assecondare un bisogno di rallentamento, di pacatezza, di riduzione di ogni frenesia".
(Duccio Demetrio)

19 luglio 2008

Incoraggiamenti


Ci giunge notizia di giornali, siti e blog che parlano della nostra impresa. Noi ringraziamo tutti dell'interessamento e continuiamo un po' a spargere la voce. Dalle mie parti a Gaeta alcuni quotidiani e siti locali hanno rilanciato la notizia del nostra, diciamo così, lunga passeggiata. Il telegiornale di Lazio Tv ci ha dedicato un paio di servizi (uno andrà in onda nelle edizioni di domani). Stamattina mentre facevo colazione al bar una signora mi ha chiesto: "Allora ce la farete?". A proposito della riuscita della nostra Tirreno - Adriatico va segnalato il risultato (tranne ribaltoni dell'ultima ora) del sondaggio che abbiamo inserito qui a lato sul blog. "Riusciranno i nostri eroi?" ci si chiedeva. Ebbene, con un'incoraggiante rimonta degli ultimi giorni, la risposta "si, sono giovani e forti", se la batte con l'altra più incerta ipotesi del "forse, ma incontrenno gli alieni". Tutto è possibile, no? Tuttavia va detto che anche sulla nostra marcia il Paese - manco a dirlo - è spaccato. Alla metà che propende per il si corrisponde un'altra metà che profetizza che no, non ce la faremo. Tra questi la maggiorparte appartiene al partito della vescica, inseguito a distanza dal partito del passaggio in auto (infidi che non siete altro) e dal partito dei lupi. Come al solito a fare la differenza saranno i "forse". Da parte nostra, invece, il principale fattore di variabilità è quello che usiamo nelle risposte da dare a chi ci chiede "perché lo fate?". A seconda dell'interlocutore la buttiamo sullo sportivo (camminare fa bene), sul filosofico (i filosofi greci pensavano camminando), sul politico (lo sviluppo sostenibile eccetera), sul religioso (i grandi pellegrini, la crisi mistica in agguato), sul letterario (Stendhal, Goethe, Kerouac, ma anche un po' di cinema, da Forrest Gump fino a Into The Wild ma toccando ferro). Oppure usiamo la risposta più sincera e disarmante e cioè che nel mezzo dell'estate non avevamo altro da fare. Spesso però ci piace cavarcela in una maniera un po' situazionista, e come in quella vecchia canzone: perché no?

Citazioni a go go [tris]


"La cultura del passo placa i tormenti dell'effimero".
(Régis
Debray)

18 luglio 2008

Dalle parti della Sibilla


"Attenzione, state andanto in terre arcane" ci dice qualcuno appena spieghiamo che per il nostro attraversamento da costa a costa dell'Italia abbiamo deciso - peraltro mettendo una curva nella nostra linea retta - di passare dai Monti Sibillini. Da qualche parte dovremmo comunque valicarli gli Appennini, il grande spartiacque che separa le due Italie, quella dalla parte del Tirreno e quella dalla parte dell'Adriatico. "E che pensieri immensi,che dolci sogni mi ispirò la vista di quel lontano mar, quei monti azzurri, che di qua scopro, e che varcare un giorno io mi pensava, arcani mondi, arcana felicità fingendo al viver mio!", così Giacomo Leopardi scriveva dei Monti Sibillini. Casomai chiederemo protezione alla Sibilla o alle sue fate, che secondo le leggende di montagna ancora amano danzare nelle notti di plenilunio. Quelle stesse fate per secoli demonizzate da santi e predicatori cristiani, profetesse della fine del mondo, costrette a trovare rifugio nelle remote grotte sui monti e a passare dalla parte del diavolo. Cavalieri erranti francesi e tedeschi del medioevo raccontarono i loro incontri con la maga, nelle caverne del monte, seguiti o meno da pentimenti. Si avverte sentore di negromanzia. Maghi e stregoni si davano appuntamento dalle parti del Monte Vettore, sul lago di Pilato, che celerebbe una delle porte per accedere all'oltretomba. Tra le cupe leggende del posto c'è pure quella che prevede che i diabolici abitanti del luogo richiedano il sacrificio di un uomo all'anno, tra coloro che hanno l'impudenza di avvicinarsi a quelle terre. Non c'è da preoccuparsi comunque, laici e razionalisti come siamo. Comunque ci stiamo informando se l'annuale tagliando sacrificale per 'sto duemilaotto è stato già compiuto. Che la Sibilla ci assista.

Citazioni a go go [bis]


"Camminare é forse, mitologicamente, il gesto più comune, e quindi il più umano".
(Roland Barthes)

16 luglio 2008

Tutti lo sapranno


Qualcuno insinua che ci perderemo. E se anche fosse? Il mio socio di camminata Simone ha fermamente respinto la proposta di portarci un navigatore satellitare di quelli dell'ultima generazione. "Con tutto quello che abbiamo speso in cartine almeno non toglietemi la soddisfazione di chinarmi su una mappa e studiarla". Le cartine su cui contiamo per la nostra traversata della penisola sono per adesso fondamentalmente quelle dell'Isituto Cartografico Militare: vantarsi di averle aiuta a darci sempre un'aria solenne, e pure rassicurante per i nostri amici o parenti più preoccupati. A volte infatti omettiamo di dire il tremendo sospetto che aleggia sulla nostra cartografia di origine militare: ovvero che molte mappe siano aggiornate più o meno a una trentina di anni addietro. Oggi abbiamo fatto gli ultimi acquisti: qualche risotto liofilizzato, dei biscotti Gentilini per fare colazione, l'acqua ossigenata e altre attrezzature utili per il pronto soccorso, il nescafè, un paio di moleskine. Simone adesso vuole anche costruirsi un curvimetro, ovvero un aggeggio con una rotellina che si appoggia sulla mappa e consente di misurare le distanze non rettilinee. Io preferico fare affidamento sul contapassi, se non altro per una certa curiosità statistica. Deve essere d'aiuto pensare di camminare su milioni di passi fatti e ancora da fare. Configurare questo contapassi digitale, senza neanche un ticchettio di lancetta, però richiede una certa precisione: al momento stiamo che un mio passo misura mezzo metro. Forse andavo di fretta. In ogni caso, come si diceva: ci perderemo? No. E se anche fosse troveremo la strada. Con la voglia di bagnare i piedi da un mare all'altro, e dal monte più alto immaginare di dominarli tutti e due, fegandosene per un po' delle notizie che arrivano dalla stiva di questa nave peninsulare che affonda sempre più.

Molti fanno gli spiritosi e ci sfottono dicendo che noi ci vantiamo della nostra marcia dedicata alla lentezza, alla riscoperta dei paesaggi lontani dalle ansie della vita moderna, che leggiamo Thoreau quando scrive come è bello perdere il sentiero e vagare nella selva seguendo le tracce di una volpe. E poi, in fin dei conti, partiamo col videofonino, col blog incorporato e con qualche giornale che parla di noi. A parte che, se è per questo, la buonanima di Thoreau non portava in spalla uno zaino Forclaz da settantacinque litri. E comunque: ci piace l'idea che la nostra lunga camminata non sia un'impresa solitaria, ma che riesca a contagiare altre energie. Ci piace rilanciare la nostra andatura con altre amichevoli o forse casuali compagnie. Alternare solitudini e compagnie. Strade polverose e kilobyte da far viaggiare. Provincie profonde e villaggi globali. Sapere di non essere soli anche quando saremo soli, come canta quello. Un punto imprecisato tra il nessuno lo saprà e il tutto il mondo lo deve sapere.