05 agosto 2008
Notizie dal marciatore - ombra
Ritirato dalla camminata mi sono dedicato all'ozio dei pensieri e alla cura dei piedi (o viceversa, fa lo stesso). Adesso al posto delle doloranti vesciche e delle enormi fasciature ho dei grumi di pelle secca e dura, con un colorito scuro violaceo, più altri dettagli che vi risparmio. Come se non bastasse mi è stato diagnosticato ieri il primo caso al mondo di vescica spuntata da fermo, senza aver camminato. Lo dicevo io che spiritualmente era come se fossi ancora in marcia con Simone e gli altri, ma non pensavo fino al punto da scatenare 'sta specie di vescica psicosomatica. In compenso l'infezione può considerarsi passata e ho smesso di assumere penicillina. Due giorni fa all'ospedale di Gaeta, per l'ennesima medicazione dei miei piedi, vengo curato da un dottore che a momenti si commuove nello scoprire che la mia diagnosi era stata fatta al pronto soccorso di Ronciglione, mi chiede notizie sulla "bella dottoressa bionda" che mi ha firmato il certificato, si informa con aria vagamente gelosa su quanti infermieri erano in servizio con lei. Mi scrive l'amico Mario da Roma consigliandomi un buon modello di scarpe (la linea Acg della Nike, da out-crossing leggere e in gore-tex) in cui nascondere i miei piedazzi come un Berlusconi che fa coprire la verità che si svela dietro le sue spalle. E mi ricorda il fondamentale motto di suo padre, esperto camminatore e scalatore, da tenere a mente: "Muoversi è naturale, camminare è tecnica!". Intanto ringrazio ancora i vari amici e lettori che mi hanno scritto o telefonato in questi giorni per saggiarsi delle miei condizioni, compreso chi ha avuto il temerario affetto di mandarmi "un bacino sul piede". Sento che mi sto riprendendo, e già annuso l'odore di altre strade. Stamattina sono uscito di casa e, circondato da flussi di ciondolanti turisti in infradito, ho percorso il mio primo centinaio di metri dopo dieci giorni di zoppicante deambulazione domestica. Vicino casa mi sono imbattuto in Carmen Russo e marito, e anche questo fortuito incontro va considerato come un evidente segno propizio inviatomi dal destino, il quale si manifesta - si sa - nelle forme di insospettabili messaggeri. Col piede ancora un po' fasciato ho camminato fino al supermercato dove ho comprato uno sfilatino di pane e fino all'agenzia di viaggi dove ho prenotato un biglietto aereo per l'America. A 'sto punto mi sa che, contrariando un po' il mio medico, tra un paio di giorni torno Appiedato. Giusto per il finale. Mi avanza un debito con l'Adriatico.
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diario di viaggio