
Il commesso del negozio Decathlon di Fiumicino ci guardava con aria di incoraggiamento, ma senza tanto celare il suo profondo pessimismo verso la nostra impresa. Abbiamo capito ormai che il pessimismo, e la diffidenza, anche di noi stessi, sono un altro dei nemici da sconfiggere nella nostra marcia. Allo stesso modo delle vesciche e dei lupi, per capirci. E dunque il commesso insisteva per il mostro da 80 chili, con cinghie e cinture che stringevano su ogni parte del corpo. Un gran bel zaino, non c'è che dire. Ma a me faceva un po' paura. Quello da 60 però, diceva il mio socio, sarebbe stato troppo piccolo per le nostre esigenze di carico, che prevedono anche tende e attrezzature da campeggio. Lui invece il suo zaino deve ancora acquistarlo, indeciso com'era tra rimediarne uno già usato o farselo prestare da un'amica. Farà da sè, come da sovrana filosofia del camminatore. E intanto il commesso, mentre raccattava pesi con cui infilzare il suo mostro di zaino caricato per prova sulle mie stoiche spalle, e tenendo l'aria di uno che guarda - con - che - gente - mi - tocca - avere - a - che - fare, ci ammoniva: "Eh no, quello da sessanta lo dovete proprio evitare, dove pensate di andare?". Alla fine è apparsa la soluzione provvidenziale della via di mezzo: uno zaino da 70 litri. E' grigio. Si chiama Forclaz. Economico, abbastanza leggero, dotato di apertura a cerniera orizzontale, schiena arieggiata, riposa-mani. Con una certa eleganza e una discreta capienza. Almeno finché non proveremo a riempirlo.